Si passa la prima metà della vita a ricordare senza capire, e l'altra metà a capire senza ricordare. (Antoine De Rivarol)
Ho ancora buona memoria, nonostante l'avanzare degli anni.
Tuttavia debbo confessare che nella giovinezza la mia mente riusciva a conservare un bagaglio enorme di informazioni, anche non necessarie.
Forse non le capivo con la profondità che lo scorrere del tempo mi ha dato; è un po' quello che Antoine De Rivarol, brillante e ironico scrittore francese del settecento che incastonava i suoi detti nei suoi "almanacchi"riferendosi a personaggi dell'epoca.
I miei stupendi nipoti hanno a disposizione una valanga di dati , di "memorie" come si usa dire nel linguaggio virtuale.
Una massa che però non è ordinata in un progetto sensato ed è quindi arduo elaborarlo,
comprenderlo,trasformarlo in un pensiero che resterà per sempre nella loro memoria.
E poi ci sono io con la mia vecchiaia zeppa di ricordi che, pare a me, non interessa nonostante i miei sforzi per elaborare i momenti che stiamo vivendo con un passato ricco di avvenimenti.La scuola e la cultura attuale non si preoccupano.Tutto è superficiale, un'infarinatura di tutto una conoscenza di niente per dirlo con le parole di uno scrittore inglese: Charles Dickens.
Per me si capisce sempre dopo, specialmente se abbiamo commesso errori.
RispondiEliminaBacio Lucia.